venerdì 23 maggio 2014

Trucco: ora è anche semipermanente

Con il bel tempo, la piscina, il primo mare, viene voglia di essere sempre in ordine, magari anche truccate. Ma come? Con il trucco semipermanente, ad esempio. Tornato di moda con prepotenza per l’importanza delle sopracciglia, è anche usato per sottolineare il contorno labbra, o schiarire alcune macchie del viso. Abbiamo chiesto a Marco Piccinin, make up artist tattoo, quando questa arte antica nasce e con quali tecniche si è evoluta.
 “Le origini – racconta Piccinin – si perdono nella notte dei tempi. Le sue radici trovano riscontro nelle antiche tecniche di tatuaggio: sembra che le prime applicazioni siano state realizzate in Cina da attori del teatro che, recitando per mesi la medesima parte, onde evitare di truccare e struccare il viso tutti i giorni cercando di rifarlo sempre uguale, utilizzarono aghi legati ad un bastoncino di bambù, fissando nel volto elementi di trucco realizzati con polvere di radice tritata misto a elementi minerali per la colorazione (tatuaggio manuale)”.





 Nei tempi moderni invece quale paese in occidente ha per primo trasformato il tattoo per scopi diversi?

“A Parigi, verso la fine degli anni ’60, si videro i primi approcci con questa nuova metodologia di applicazione del trucco sul volto, nello specifico labbra e sopracciglia, con l’uso di aghi collocati su di un bastoncino di legno di bambù. Questo veniva imbevuto di pigmenti e poi si picchiettava sulla zona da trattare bucando la zona interessata contemporaneamente con l’introduzione del colore, usando un martelletto ripetutamente, come cursore da spinta”. In Europa la tecnica era comunque stata importata da artisti orientali.
“Agli inizi degli anni ‘80 grandi maestri orientali del tatuaggio inflazionarono il mercato con colori a base vegetale, che non consentivano di raggiungere i risultati desiderati per l’instabilità cromatica e la limitata gamma di colori, spesso non adatti all’ incarnato europeo. Inoltre erano prodotti con una potenziale iperattività nelle allergie alle graminacee”. E’ dagli anni ’90 che invece si diffonde il trucco semipermanente come lo conosciamo.
“Le metodiche tribali appartenenti al tatuaggio si evolvono. Con l’ausilio di puntali e aghi (manuali e elettrici) è possibile impiantare sottocute pigmenti colorati seguendo dei tracciati precedentemente disegnati con lo scopo di valorizzare o correggere parti del viso o del corpo: contorno labbra, sopracciglia, infra cigliare, camouflage di macchie senili o vitiligine di piccola entità, cicatrici, colorazione dell’areola mammaria, piccole alopecie”. (La prossima settimana l’esperto indicherà consigli e trucchi del mestiere per un trucco semipermanente adatto e efficace).

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